Lo yoga divergente è una fase normale del percorso yogico ma che dovrebbe, ad un certo punto finire.
Putroppo in molti alimentano costantemente questa fase divergente che diventa infinita. Si disperdono energie su energie alla ricerca di qualcosa di nuovo. Che alla fine non porta da nessuna parte.
Ma che cos’è lo yoga divergente ?
Ma quanto dovrebbe durare ?
Andiamo per ordine, cosa intendiamo per yoga divergente e quale potrebbero essere le fasi. Ovviamente ognuno ha disegnato o sta disegnando un percorso diverso.
Le fasi divergenti
Fase 1 la scoperta
La scoperta dello yoga inizia dal primo giorno che abbiamo avuto una esperienza o un primo contatto con lo yoga. Per contatto intendiamo, lezione, discussione con qualcuno, la lettura di un libro, un incontro, un viaggio… o qualsiasi cosa che rappresenti la “miccia” che fa iniziare questo viaggio.
E’ il momento in cui scopriamo, sentiamo che c’è qualcosa di più nella nostra esistenza.
Fase 2 la vera ricerca
Ognuno ha un suo percorso da seguire che si diramana in base agli incontri, alle scelte, all’ ambiente e alla capacità di convertire intenzioni in azioni. L’ interesse cresce, si comincia a leggere libri, a cercare luoghi dove poter approfondire questa necessità che non è più secondaria.
Fase 3 la pratica
Si pratica lo yoga. Ci si affida ad un insegnante, ci si “innamora” dello yoga e c’è un entusiasmo importante per tutto ciò che riguarda lo yoga. Si cerca di coinvolgere chiunque in discussioni o condivisioni legate allo yoga.
Fase 4 benessere
Ci si sente bene. Si pratica e la salute migliora assieme alla percezione del mondo, che è cambiata. Si riesce a convivere, un pò meglio, con tutto ciò che ci circonda.
Fase 5 riprende la ricerca.
Anche se lo yoga ci fa stare bene non riusciamo a portare questo benessere in tutta la giornata. Allora si cercano pratiche, Maestri, corsi per poter trovare un livello successivo.
Fase 6 E’ giunto il momento di dare.
L’ auto-inganno per eccellenza. Ci si certifica con un corso di 200 ore, 300, 400 +++ super high level… e si è pronti a dare
el dover “DARE” agl’ altri. Anche qui … “è giunto il momento di dare agli altri”. Ci si apre a corsi di Naturopatia, Ayurveda, yoga festival, lo yoga al maschile, al femminile e si cerca continuamente. Non ci si impegna a praticare ciò che si è studiato. Non ci si impegna in qualcosa ma si cerca sempre una nuova esperienza con la speranza di trovare una soluzione a cosa ? Alla mancanza di disciplina e di forza di volontà.
Fase 6 il loop e lo yoga divergente.
Dopo anni che si pratica una volta a settimana yoga, ci sentiamo fermi, bloccati e incapaci di progredire. Sicuramente la qualità della vita è cambiata, migliorata ma si è consapevoli che ci dovrebbe essere qualcosa di più profondo.
Tutti insegnano e nessuno pratica.
Da Yoga divergente a yoga convergente
Di sicuro non c’è una formula unica per tutti. A tal proposito i Maestri ci dicono che la concentrazione dovrebbe avvenire quando la nostra mente diventa rilassata. Se abbiamo tensioni e non riusciamo a stare immobili difficilmente riusciremo ad entrare nella fase della concentrazione. E la fase di concentrazione è proprio la fase convergente.
L’ unica via che ci potrebbe far uscire da questa situazione si riassume in una sola parola :
La Sadhana. La pratica quotidiana.
La Sadhana è la soluzione perchè ci porta a utilizzare le pratiche che abbiamo imparato, al fine di modificare e purificare i nostri corpi sottili, i Kosha. Solo attraverso la Sadhana, che dovrebbe comprendere, Asana, Pranayama Bandha Mudra e pratiche di meditazione, si può iniziare la strada verso la rimozione dei nostri problemi mentali.
Imparare è divergente e praticare è convergente.
Una sola pratica ci si può mettere un anno o una vita per interiorizzarla.
Questa rimozione andrà a capitalizzare tutti i nostri sforzi di ricerca e a cambiare la nostra intera esistenza.
Allora lo yoga diventa convergente.
Hari Om Tat Sat
Grazie Satyanandaji, grazie Sivanandaji, grazie Joythimayanandaji.
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