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Meditazione Japa

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Meditazione Japa. Il mala da meditazione

Con un mala la meditazione prende un nome che è Ajapa. Ajapa è la ripetizione di un mantra che è una vibrazione. Il Mantra può essere scelto oppure può esservi dato da un Maestro.

Il mantra universale è il mantra del respiro. E’ la vibrazione, il mantra, il suono, la vibrazione che crea il respiro in modo naturale con la coscienza di ascoltarla questa vibrazione, che esiste che c’è. Questo è il mantra SO-HAM. Il respiro inspirando salendo crea questa vibrazione sottile che è SO e il respiro espirando e quindi scendendo crea naturalmente questa vibrazione HAM.

Inizialmente questo mantra deve essere ripetuto mentalmente è vado a richiamarlo in questo modo. Con la ripetizione mentale questo suono che giace che già, esiste ma è sottile. Mentalmente vado a richiamarlo quindi ripeto questo suono nella mia testa.

Il mantra SO-HAM lo possono recitare tutti, non ha controindicazioni, non ha preferenze o simpatie. E’ Il mantra del respiro siamo tutti consapevoli che respiriamo e quindi tutti lo abbiamo già dentro di noi.

Andiamo a richiamarlo ripetendolo mentalmente quindi questo si chiama Japa.

Come utilizzare il Mala meditazione Japa

Il Mala è quello strumento esterno quindi materiale, un oggetto che ho in mano, lo percepisco, lo sento che mi permette di entrare, attraverso la vibrazione del mantra, in una condizione di coscienza superiore. Ma attraverso questo strumento mi permette, altresì, di tenere i piedi per terra. Si potrebbe dire mi mantiene nel “stare”.

Quindi attraverso questo strumento materiale e il movimento che devo andare a fare nella ripetizione mi aiutano a non perdermi nei pensieri e a non saper più dove sto andando o cosa sto facendo.

Evita di rendermi conto, dopo magari mezz’ora, che sto praticando il mantra e mi sono persa in mille pensieri e non me ne rendo neanche conto. E’ uno strumento che mi aiuta a tenermi centrata in quello che sto facendo il mala.

Japa Ajapa e il mantra So Ham

Mi posiziono in una posizione comoda a gambe incrociate o quella che più mi sento. Prendo Cin Mudra o Jan Mudra con la mano che non sarà impegnata sul mala. Appoggio il polso al ginocchio e tengo il mala con le dita. Il pollice e l’ anulare fanno da “ponte”, l’ indice resta sempre lontano dalla pratica, cerco di non far sì che l’indice vada al movimento ma cerco di tenerlo il più lontano. Il medio sgrana il Mala partendo dal sumero, come primo grano ma resta fuori dalla conta dei 108, ripeto il mio mantra quindi SO inspiro e HAM espiro e “sgrano”. Vado avanti finchè non arrivo nuovamente al Sumero (il ciuffettino).

mala_mantra

Il Mala e il cuore

Il Mala può essere ottenuto anche davanti al cuore oppure appoggiato come dicevamo prima sul ginocchio in questo modo prendo la posizione a gambe incrociate chiudo gli occhi mi centro un attimo. Quello che mi serve è osservare l’ambiente esterno è un’altra cosa che viene utilizzata in meditazione molto spesso e tenersi un telo e ricoprire le spalle sempre con questo telo.

Il telo serve a tenere il corpo al caldo per non avere distrazioni dal freddo. Ma anche in estate cerco comunque di coprirmi per non venire a contatto con l’ aria con gli insetti e quindi posso distrarmi. Cerco di creare un ambiente protetto come in una grotta, un ambiente protetto dove io posso dedicarmi tranquillamente alla pratica senza nessun altro pensiero alla pratica della meditazione Japa.

Meditazione Japa e la consapevolezza

Quando iniziò questa pratica di Ajapa inizio a sviluppare la consapevolezza partendo dall’ambiente esterno. Nella maniera più ampia possibile individuo se ci sono delle situazioni che possono modulare, spengo il telefonino mi metto in un ambiente silenzioso. Mano a mano cerco di portare questo ambiente comodo e consono alla meditazione orientandomi sempre di più verso l’interno. Osservo che la posizione sia comoda, chiudo gli occhi e con gli occhi chiusi osservo la parte più interna. Cerco la comodità per creare la situazione di fermezza del corpo. Quando sento che il corpo è comodo sta fermo e quindi no ci disturba. Porto la consapevolezza più all’ interno al respiro, mi prendo qualche momento di silenzio per entrare nella consapevolezza del respiro. Lo ascolto, lo osservo.

La preparazione

E’ importante la preparazione alla pratica della meditazione in modo da non essere disturbata dall’ esterno. staff e che quindi non ci disturba poi porto la consapevolezza più all’interno vado al respiro e credo qualche momento di silenzio per entrare nella consapevolezza del respiro lo ascolto osservo. E’ importante la preparazione alla pratica della meditazione in modo da non essere disturbati mentre stiamo praticando. Quindi all’inizio se mi sto preparando chiudo gli occhi e dovessi osservare che un pensiero, la pentola lasciata sul fuoco o il telefono lasciato acceso etc.

In questo momento è importante togliere tutte queste distrazioni nel migliore dei modi. Se ho freddo mi copro un pò di più se sento caldo tolgo un l’ eventuale coperta e mi preparo alla pratica della meditazione. La preparazione è molto importante.

Meditazione Japa la pratica

Poi quando tutto l’esterno sistemato è a posto entro verso l’interno, la consapevolezza nel mio respiro, lasciandolo andare tranquillo nel profondo. Se ho un Sankalpa (buon proposito, che arriva dal cuore e non dalla mente) posso ripeterlo mentalmente per tre volte dentro di me e quando mi sento pronto posso iniziare con la pratica.

Inspiro tutta l’inspirazione seguo mentalmente il mantra SO e per tutte le espirazioni mentalmente ripeto il mantra è HAM.

So, inspirando – Ham, espirando….

E proseguo in questo modo per il tempo che mi sono prescritto che ho deciso prima di iniziare la pratica. Posso starci un giro del mala, oppure 10 minuti, mi posso mettere una sveglia.

Quando ho completato vi consiglio di rimanere qualche momento in silenzio per ascoltare le sensazioni. Poi ripeto per tre volte il Sankalpa (Buon proposito)… rimetto il mala nel suo sacchettino e ringrazio. Quando la ripetizione del mantra con la continuità e l’ impegno, il mantra non è più ripetuto mentalmente ma arriva dal cuore, dentro di noi, diventa Ajapa quindi diventa spontanea e arriva dal cuore.

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