Il principio del testimone.
Fin dalla nascita tutti noi ci siamo perduti nello spettacolo mentale così che non ci siamo mai resi conto della sua natura superficiale. Vediamo la mente, le sue attività e il corpo come la totalità del nostro essere. Eppure abbiamo questa capacità di stare dietro allo show mentale e guardarlo come un testimone imparziale. Ognuno di noi ha questo potenziale, questa capacità, ma pochi di noi lo sanno o lo utilizzano.
Lo Yoga cerca specificamente di far fiorire questo, il principio del testimone.
Oggi la maggior parte delle persone sono intrappolate dalle loro menti, ci imprigioniamo, eppure abbiamo le chiavi per diventare di nuovo liberi.
Saltando fuori dalle catene della personalità, della mente e del corpo, possiamo sintonizzarci con più alte e libere dimensioni di esistenza. La chiave è la consapevolezza.
Cosa è la consapevolezza e la coscienza
La consapevolezza è la capacità che può essere sviluppata per sintonizzarsi con la coscienza, la capacità di identificarci con la coscienza.
La coscienza deve essere al di là del cervello al fine di poter essere in grado di guardare le attività del cervello e della mente. Se leggiamo un libro, gli occhi sono solo gli strumenti intermedi tra il mondo esterno e la coscienza.
Gli organi sensoriali e il cervello non possono sentire, vedere, gustare, annusare o sentire. Possono solo raccogliere sensazioni, convertirle in segnali adatti per l’utilizzo da parte del cervello che sono percepiti dalla coscienza.
Per la filosofia occidentale la mente è il fulcro dell’uomo; per lo yoga è la coscienza l’aspetto centrale. E questa coscienza non è incatenata e vincolata da alcun limite, è infinita e non vincolata.
La nostra natura più profonda è infinita, perché è la coscienza.
La mente è soltanto lo strumento della coscienza ed è la casa della nostra personalità finita.
L’uomo ha il potenziale di far funzionare correttamente la coscienza liberando sé stesso dalle catene del corpo e della mente.
Se si pratica yoga, se fate le pratiche correttamente, automaticamente vedrete voi stessi che la consapevolezza gradualmente si svilupperà.
Quando si esegue asana o pranayama, così come le tecniche di meditazione, l’ enfasi dovrebbe sempre essere sulla consapevolezza. Questa consapevolezza implica che l’attenzione sia rivolta ad una funzione o ad un’attività specifica.
Osservate da “fuori” qualcosa che si sta verificando dentro di voi.
Essere totalmente persi, coinvolti e identificati con un’azione vuol dire non essere consapevole.
Quando si pratica asana, pranayama e le pratiche di meditazione la consapevolezza è essenziale. Senza questa, le pratiche yogiche perdono del loro significato e il novanta per cento dei benefici.
Parte del testo è tratto dallo studio e dalla pratica dai maestri Swami Sivananda Saraswati e Swami Satyananda Saraswati
Questo articolo è parte del percorso di studi e pratica : “Systematic Yoga”. L’ inizio della trasformazione interiore.